Presentato alle famiglie il progetto di “Service learning-Sostegno empatico” in collaborazione con il reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale San Camillo, che ripartirà il 12 settembre prossimo con la festa per i vent’anni dall’apertura del reparto: “Questo progetto per noi ha avuto un grossissimo valore e in questi tre anni è stato il miglioramento maggiore che abbiamo potuto offrire ai nostri pazienti”, le parole del primario Andrea Beltramin
Treviso, 24 giugno
Mentre ormai volgono verso il termine anche gli esami di maturità, il Collegio vescovile Pio X è già proiettato alla programmazione delle attività per il prossimo anno scolastico.
Durante una serata organizzata in collaborazione con il reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale San Camillo, infatti, la scuola ha presentato agli studenti del triennio delle superiori e alle loro famiglie il progetto di “Service learning-Sostegno empatico” che i ragazzi potranno scegliere anche il prossimo anno tra le attività di quello che un tempo era lo stage in azienda, e che oggi, come Pcto (Percorso per lo sviluppo delle competenze trasversali e orientamento), è un piano individuale portato avanti nell’intero triennio e pensato per aiutare ogni allievo a scoprire le proprie potenzialità e passioni, mettersi a confronto con i propri limiti e apprendere tante capacità differenti che gli serviranno in diversi contesti della vita futura fuori dalla scuola.
“Per realizzare il progetto globale – ha spiegato la professoressa Cristina Scardanzan, responsabile dell’orientamento e delle competenze trasversali del Collegio -, nel quarto anno è prevista un’esperienza in contesto lavorativo. Il Pio X ha scelto di potenziare i percorsi di Service learning, capaci di stimolare lo sviluppo di life e soft skill, favorire la scelta di carriera, coniugando il dono del servizio verso l’altro. Il Service learning, infatti, è molto più di un progetto o di un’esperienza di Pcto. È un modo diverso di imparare, che mette al centro la relazione, la responsabilità e il senso profondo di ciò che si fa. Significa uscire dalla teoria per entrare nella vita reale, là dove le competenze si intrecciano con le emozioni e diventano strumenti per prendersi cura del mondo. Significa imparare a essere presenti, a osservare con attenzione, a riconoscere i bisogni dell’altro e a rispondere con intelligenza, creatività, rispetto”.
Durante la serata, ha presentato le attività il primario del reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa del San Camillo, il dottor Andrea Beltramin, che ha raccontato le difficoltà di avere a che fare con persone i cui problemi di salute, dalla risoluzione lenta e complessa, si portano dietro anche tanti risvolti emotivi, legati alle difficoltà della propria situazione di salute e al tempo di permanenza all’interno del reparto. In un contesto del genere “ci siamo accorti che la riabilitazione fisica non era tutto – ha raccontato il dottor Beltramin – e così abbiamo lanciato un appello alla società civile per un coinvolgimento nel percorso di cura. A rispondere è stato il Collegio Pio X, che ormai da tre anni è al nostro fianco in questo progetto che prevede cinque diversi tipi di laboratori, gestiti dagli studenti in collaborazione con il personale e volontari adulti, che aiutano nel recupero di alcune funzioni motorie e cognitive. Soprattutto per i ragazzi che pensano di intraprendere una carriera in ambito sanitario è un’esperienza unica, poiché permette davvero di mettere al centro del proprio operato il paziente e le sue esigenze. Questo progetto per noi ha avuto un grossissimo valore e in questi tre anni è stato il miglioramento maggiore che abbiamo potuto offrire ai nostri pazienti e che ha caratterizzato l’attività del nostro reparto, tant’è che abbiamo scelto di aprire l’evento che terremo il prossimo 12 settembre per festeggiare i vent’anni del reparto, proprio con la presentazione di questa attività, che per noi ha un altissimo valore”.
La serata si è conclusa con i racconti di studenti e volontari che hanno parlato della loro esperienza dell’anno scorso, e con l’invito ai ragazzi a mettersi alla prova in questo servizio annuale che permetterà loro di affrontare nuove sfide e di imparare tanto.
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