E se il Latino non richiamasse alla mente degli scolari, che pure lo studiano, solo regole di sintassi e declinazioni da imparare? E se si potesse avvicinare alla cultura latina anche chi non studia o non ama questa antica lingua?
Il Laboratorio di Latino e Chimica, che si è svolto durante la Settimana dei Recuperi, partiva anche da queste domande e le risposte hanno sorpreso e gratificato tutti, dalle docenti ai numerosi ragazzi che hanno partecipato e collaborato al buon esito dell’esperienza.
Le lezioni di Latino sono uscite dall’aula scolastica e si sono svolte, per cinque giorni, nel Laboratorio di Chimica, tra prodotti di profumeria ed erboristeria attuali per risalire, attraverso testi originali e in traduzione (un frammento dall’Iliade di Omero, paragrafi della Naturalis Historia di Plinio, i Medicamina faciei femineae di Ovidio e versi di Catullo e Marziale), ai prodotti in uso al tempo dei Romani dell’ultimo secolo della Repubblica e del successivo periodo imperiale. Gli studenti hanno scoperto così la passione degli antichi per i profumi e gli usi diversi che ne facevano uomini e donne, apprendendo che i profumi antichi erano oleosi e non su base alcolica. Hanno osservato e imitato, in Laboratorio e con tecniche più moderne, le fasi della lavorazione degli stessi secondo un affresco della Casa dei Vettii di Pompei, arrivando a produrre (sullo spunto di Omero, che invece parla di “olio”) l’acqua di Rose, un unguento balsamico, e il Telinum, il cosiddetto profumo di Cesare.
E poter annusare una fragranza che piaceva a questo grande generale ha emozionato anche chi, il Latino, non lo aveva mai studiato!
Un ringraziamento alla professoressa Vigna, che ha fornito la ricetta dell’unguento balsamico.
Federica Cibin, docente di Italiano e Latino, e Francesca Turchetto, tecnico di Laboratorio