Probabilmente, una delle peggiori mancanze che fa chi usa i social network è quella di NON leggere le condizioni di utilizzo prima di iniziare ad usarli.
Chiariamo un punto essenziale: i social network sono applicazioni in cloud PRIVATE, non rappresentano un SERVIZIO PUBBLICO, ma sono liberamente sottoscrivibili in cambio dell’accettazione incondizionata delle regole date da chi li gestisce.
Ciò significa che quando mi iscrivo e clicco sul quadratino in cui c’è scritto “Accetto le condizioni di utilizzo” firmo un contratto in cui accetto tutto quello che il gestore del social network ha previsto.
Se non le voglio accettare, sono libero di cambiare pagina.
Premesso ciò, vediamo alcuni punti importanti:
1) I SOCIAL NETWORK NON SONO PER BAMBINI, infatti in tutti i social network è prevista la clausola che VIETA l’uso ai minori di anni 13(*). Iscriversi o permettere ai propri figli minori di anni 13 di gestire un proprio profilo è una violazione non solo degli accordi ma anche della Legge. In Europa, peraltro, è in corso un dibattito per alzare tale limite a 16 anni. Attenzione: dichiarare un’età diversa rappresenta una dichiarazione mendace ed è punibile penalmente.
2) CIO’ CHE PUBBLICO SU UN SOCIAL NON MI APPARTIENE PIU’ (O QUASI): la maggior parte dei social network prevedono esplicitamente che il contenuto pubblicato dall’utente (quindi messaggi, immagini, video, ecc.) siano ceduti in licenza illimitata – anche se non esclusiva – a chi gestisce il social stesso. Cosa significa ? Significa che se posto una foto e domani quella foto può tornare utile all’azienda che gestisce il social per fare un cartellone pubblicitario, lo può fare e non gli si può dire nulla. Ed è la prima ragione per cui sarebbe utile evitare di postare foto e video dei bambini. Di solito le clausole riservano all’azienda che gestisce il social network anche il diritto di trasferire i contenuti a terzi, senza limitazioni. Quindi potranno tranquillamente vendere i vostri contenuti.
3) NEI SOCIAL NON ESISTE L’ANONIMATO: tutto ciò che viene immesso (anche se successivamente cancellato) rimane, potenzialmente, PER SEMPRE nei server di chi gestisce il social, associato ai dati dell’utente (liberamente dati al momento dell’iscrizione), all’indirizzo IP e ad ogni altra possibile forma di tracciamento.
4) L’OFFESA SUI SOCIAL EQUIVALE AL REATO DI PUBBLICA DIFFAMAZIONE: ed è un reato perseguibile penalmente. I leoncini da tastiera sono avvisati.
5) NON ESISTONO CONTENUTI PRIVATI: è vero che spesso i social prevedono di poter gestire il “pubblico” a cui vogliamo mostrare i nostri contenuti, ma, leggendo tra le righe delle condizioni d’uso di quasi tutti i social network si apprende che è solo un sistema di filtraggio, tuttavia i contenuti sono e rimangono pubblici e il social network può, in ogni momento, modificare, liberamente, le condizioni di diffusione.
6) E’ VIETATO PUBBLICARE FOTO DI TERZI: attenzione ai selfie o alle foto che includono persone (soprattutto se minori) dei quali non si dispone della liberatoria alla diffusione, può costare MOLTO MOLTO MOLTO caro. Si tratta di diffusione non autorizzata di dati personali, penalmente perseguibile.
7) MANTENERE UN SOCIAL NETWORK COSTA: chi li gestisce paga milioni di euro l’anno per la loro presenza in rete e da qualche parte tali soldi devono pur saltare fuori (nessuno fa beneficenza). Ed il ricavo tali società lo ottengono vendendo i nostri dati.
Fabio Albanese
(*) L’uso di WhatsApp è riservato a chi ha compiuto 16 anni, mentre tutto il mondo Google (YouTube compreso) richiede, in Italia, l’aver compiuto 14 anni. Si invita a fare riferimento alle condizioni d’uso ed alle norme nazionali applicabili per ciascun social network.